4 domande per 4 socie: la centralità della formazione continua

4 domande per 4 socie: la centralità della formazione continua

28 Apr 4 domande per 4 socie: la centralità della formazione continua

Questo mese parliamo di uno dei fiori all’occhiello della nostra associazione: la formazione.
Da sempre, TradInFo promuove l’aggiornamento professionale fra i suoi soci proponendo corsi tenuti da formatori interni o esterni.

I corsi come “La voce che sorride, il corso base” e “La voce che sorride, il corso avanzato” su uno strumento così importante per gli interpreti e il corso “Machine Translation e Cat Tool: il caso Matecat” sono solo alcuni degli esempi più recenti, a cui possiamo aggiungere, dandovi un’anticipazione, Oltre l’asterisco: Traduzione e Localizzazione inclusive”, in programma per l’anno in corso.

Ogni mese, inoltre, inviamo ai nostri soci una newsletter ad hoc, che, non a caso, abbiamo voluto chiamare TradInFormazione, in cui forniamo un’ampia panoramica di corsi offerti da enti diversi, con particolare enfasi su quelli convenzionati con TradInFo, che permettono ai nostri soci di accedere ad agevolazioni speciali.

Lo facciamo perché riteniamo che la formazione continua sia molto di più di un obbligo imposto dalla legge 4/2013 che ha riformato le professioni non ordinistiche. La formazione è possibilità di crescita personale e professionale. Ci dà modo di approfondire temi per cui nutriamo già un interesse, trasformandole in futuri settori di specializzazione, o di addentrarci per la prima volta in settori che ci aprono nuovi orizzonti. Ci sprona a non sederci sugli allori, continuando a migliorare le nostre competenze anno dopo anno. E ancora, ci tiene al passo con il rapido evolvere della professione, dotandoci delle competenze tecnologiche necessarie. Tutto ciò, poi, si traduce in una garanzia per i nostri committenti: un professionista curioso, che non smette di aggiornarsi, continuerà a offrire un servizio di qualità anche quando non sarà più così “fresco di studi”.

Per descrivere un ambito così vasto, ci siamo fatti aiutare da quattro socie, che ringraziamo sin da ora per aver risposto a qualche domanda raccontandoci qualcosa di più del modo in cui intendono la formazione.

  • Valentina Eberle, interprete e traduttrice per le lingue russo-italiano-inglese, socia TradInFo di lunga data.
  • Valentina Guidi, traduttrice specializzata nei settori ingegneria e giuridico-legale, lingue italiano-inglese-tedesco
  • Cinzia Turrini, interprete e traduttrice con italiano-tedesco-inglese, è entrata a far parte della famiglia TradInFo l’anno scorso, benché residente in Germania, non volendo rinunciare alla possibilità di una rete come la nostra anche nel suo paese natale
  • Chiara Vecchi, traduttrice da tedesco e inglese in italiano, tornata alla libera professione nel 2019, anno in cui si è anche unita alla nostra associazione

Cosa fai per formarti? Dove reperisci i corsi di formazione?

V.E.: «Affianco i corsi offerti dalle associazioni professionali come la nostra ad altri erogati da società di formazione quali Techforword e The Interpreting Coach o da singoli colleghi di fama internazionale come Julia Poger, Maha El-Metwally e Naomi Bowman».

V.G.: «Analizzo in primis le proposte suggerite dalle associazioni a cui appartengo, ma negli ultimi tempi sto guardando molto all’estero e gran parte della mia formazione si svolge tramite l’associazione inglese che mi ha certificata, CIOL (The Chartered Institute of Linguists). Ogni anno partecipo in presenza o online ad almeno due congressi internazionali che vantano una notevole offerta formativa. Inoltre, chiedo spesso consiglio alla mia rete di colleghi esteri: in più di un’occasione mi hanno segnalato webinar interessanti organizzati dalle loro associazioni nazionali. Fra le conferenze di traduzione, suggerisco la BP Translation Conference». 

C.T.: «Oltre ai classici corsi, ho aderito a un gruppo di interpreti e traduttori giuridici di italiano e tedesco del mio Land di residenza. Ogni tre mesi dedichiamo un sabato pomeriggio a esercitazioni su testi autentici in varie branche del diritto e almeno una volta l’anno organizziamo momenti formativi con relatori esterni, come avvocati o funzionari del Consolato». 

C.V: «Per reperire i corsi che mi interessano leggo articoli, newsletter o post su social come LinkedIn e Instagram. Seguo corsi erogati da colleghi, come Corinne McKay e il suo sito “Training for Translators”, oppure da enti di settore come il Polo della Cosmesi, dal momento che lavoro molto nel settore beauty». 

Quali sono per te le caratteristiche di un buon corso di formazione? Se vuoi, puoi darci qualche esempio.

V.E.: «Per me i contenuti devono avere un’immediata applicazione pratica. Per esempio, un corso sull’uso della voce per interpreti deve prevedere tante esercitazioni pratiche, con correzioni in corso d’opera e consigli mirati e tangibili». 

V.G.: «Una buona formazione è quella che dà risposta alle eventuali domande che possono emergere. Ho notato che durante i corsi non è sempre possibile elaborare in tempo reale tutte le informazioni ricevute. A fine corso, dunque, il docente dovrebbe creare una chat/mailing list temporanea, della durata di almeno un paio di mesi, per rispondere ai dubbi e permettere la condivisione fra tutti i corsisti».

C.T.: «Parlerei soprattutto di “formato del corso. Le nuove tecnologie ci danno la possibilità di accedere a corsi on demand che ben si adattano ai tempi dei liberi professionisti. Se però i corsi sono disponibili a scadenza illimitata, io tendo a rimandarli all’infinito fino a dimenticare di averli acquistati. Un formato utile mi sembra quello con moduli pre-registrati e disponibili per un tempo limitato  dalla data di attivazione». 

C.V.: «Mi piace che ci siano delle esercitazioni con feedback personalizzato per capire se ho applicato bene i contenuti del corso. Apprezzo molto quando le slide sono ben fatte e non c’è la necessità di prendere troppi appunti».

Hai frequentato formazioni non strettamente inerenti alla nostra professione che, tuttavia, si sono rivelate altrettanto interessanti e utili?

V.E.: «Sì, nell’ambito della didattica, dell’enogastronomia e aromaterapia, settori in cui lavoro».

V.G.: «Parto dal presupposto che qualsiasi formazione/informazione sia inerente alla nostra professione. La conoscenza dello stato delle cose nel senso più ampio del termine agevola il processo traduttivo. Alcuni esempi: in passato mi sono iscritta a un corso di redazione giornalistica inglese nel settore musicale e teatrale. Ho anche partecipato a vari webinar inerenti al settore delle Onlus».

C.T.: «Fino ad ora mi sono concentrata per lo più su offerte formative specifiche per interpreti e traduttori, ma ho anche frequentato formazioni per addetti ai lavori, ad esempio nel settore della politica di difesa, che mi sono state utili per capire “come parlano gli esperti” quando comunicano tra di loro».

C.V.: «A fine 2021 ho frequentato un corso di “Marketing cosmetico” tenuto dal Polo della Cosmesi. Ne ho ricavato molti spunti per migliorare le mie traduzioni nel settore, ma anche molte idee per elaborare i post del mio profilo LinkedIn». 

4.    Come è cambiato il mondo della formazione per la nostra categoria professionale negli ultimi anni e quali saranno i nostri fabbisogni formativi futuri?

V.E.: «Il cambiamento principale consiste nell’avere accesso alla maggior parte dei corsi in modalità online, anche se il risvolto della medaglia è che in questo modo l’interazione con i colleghi è filtrata e limitata. I fabbisogni futuri saranno legati al modo in cui sta evolvendo non solo il nostro modo di lavorare, ma anche il mercato in generale, alla luce degli avvenimenti degli ultimi anni».

V.G.: «Trovo che le proposte formative siano state in molti casi spersonalizzate. Mi riferisco soprattutto ai webinar preregistrati senza possibilità di interazione. I fabbisogni formativi futuri, a mio avviso, dovrebbero focalizzarsi sui cambiamenti sociali, e non solo, in corso: questioni come il gender inclusive language, la multietnicità, i flussi migratori, le nuove tecnologie ambientali e le criptovalute».

C.T.: «Negli ultimi anni si sta diffondendo la formazione “da colleghi per colleghi”, un nuovo modello sono i Barcamp o i gruppi di esercitazione di interpretazione da remoto. Saper interpretare e tradurre non basta più: servono competenze informatiche e spirito imprenditoriale. Credo che saranno queste le nostre esigenze formative nel futuro prossimo».

C.V.: «La formazione a distanza, per nulla scontata fino a pochi anni fa, è ormai diventata una prassi. Per quanto riguarda le necessità future, la pandemia ci ha fatto capire quanto siamo fragili, per questa ragione credo che avremo bisogno di più corsi su come proporsi al meglio sul mercato e diversificare la propria attività».

La vostra opinione

E adesso la parola a voi! Volete rispondere anche voi a una di queste domande o darci il vostro punto di vista su altre questioni inerenti alla formazione? Lasciate un commento qui o sulla pagina Facebook di TradInFo e ricordate di condividere questo articolo sui vostri social network.

 

a cura di Laura Gervasi

2 Commenti
  • Chiara Vecchi
    Pubblicato alle 11:36h, 28 Aprile Rispondi

    Grazie Laura per l’ooportunità che ci hai dato di condividere le nostre opinioni! Mi ha fatto molto piacere leggere anche i contributi di Valentina E., Valentina G. e Cinzia… adesso ho molto spunti, soprattutto l’idea dell’esercitazione mensile tra colleghi di Cinzia!

  • Gloria Remelli
    Pubblicato alle 09:49h, 29 Aprile Rispondi

    Ho drizzato le orecchie in particolare quando avete condiviso le aspettative sulla formazione del futuro, pensando a cosa possiamo trarne come associazione e cosa proporre ai nostri soci. Mi sembra di capire che ci stiamo già muovendo nella direzione giusta, cioè rimanendo focalizzati su corsi pratici, da colleghi per colleghi e agevolando i soci anche nelle modalità di fruizione. Tuttavia organizzare corsi ibridi (in presenza E da remoto) risulta molto provante per i formatori e non sempre la condivisione tra i partecipanti è facile. Grazie a tutte per gli spunti di riflessione!

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