29 Ott Francesco D’Arcangeli, i dieci anni di TradInFo tra futurAbilità, tecnologie e prospettive

Convegno TradInFo “Da laureati a professionisti… e oltre”
Questo venerdì TradInFo ha celebrato il suo 10° anniversario con il convegno “Da laureati a professionisti… e oltre”, una sessione di workshop e l’assemblea sociale.
Perché celebrare un anniversario, quindi una festa, con degli eventi lavorativi e impegnativi come convegno e workshop? Perché questo anniversario è più di un traguardo, è un punto di partenza: quando un bambino compie 10 anni per forza di cose non si concentra tanto sul passato quanto sul futuro, a quell’età si pensa a cosa vuole fare da grandi.
La forza di un’associazione, anzi la sua essenza stessa, sono le persone che rappresenta e non solo i suoi soci ma tutti coloro che appartengono alla categoria, nel nostro caso i traduttori e gli interpreti. Se non si difendono tutti i traduttori e gli interpreti si fa un pessimo servizio anche ai propri soci!
Questo significa che il NOSTRO futuro di TradInFo e il VOSTRO futuro sono legati a doppio filo. Ecco perché abbiamo parlato di futuro e di FuturAbilità: abilità future e per il futuro.
Per farlo abbiamo cercato di seguire una progressione logica, fornire un messaggio e allo stesso tempo riprodurre quell’ambiente dinamico e di condivisione di risorse e di progetti, quell’ambiente in cui si respira amore per il proprio lavoro, voglia di crescere e curiosità. È in un ambiente come quello che TradInFo è nata.
LA NASCITA DI TRADINFO – Tutto inizia nel 2002 quando Katarzyna Legiec, traduttrice laureata SSLIMIT e primo presidente di TradInFo si rese conto che anche se ben preparati e non certo privi di risorse o voglia di fare, i laureati SSLIMIT che vivevano a Forlì si trovavano spesso e volentieri senza lavoro, o al contrario oberati da lavori e costretti a rifiutarne altri, per mancanza di tempo o di risorse adeguate o perché costretti a districarsi tra gli innumerevoli problemi pratici dei nostri mestieri. Fu così che lei contattò diversi traduttori ed interpreti ex-SSLIMIT per organizzare un gruppo di persone, una rete di contatti che ci permettesse di condividere i lavori ma anche le risorse.
I contatti furono virtuali e reali, grazie al fatto che vivevamo tutti nella zona e spesso ci conoscevamo anche di persona: ci confrontavamo sulle esperienze e su diversi aspetti e problemi, a volte di natura pratica (ad esempio come fare una lettera d’incarico) per imparare e crescere, magari di un piccolo passo alla volta, ma erano anche momenti utili per stare insieme e superare l’isolamento tipico del nostro mestiere.
Ben presto il cerchio si allargò e le attività si intensificarono e capimmo che solo assumendo una veste ufficiale avremmo avuto la credibilità necessaria e l’accesso a una serie di strumenti che ci avrebbe permesso di raggiungere e aiutare più colleghi possibile, ad esempio un fondo con cui pagare i docenti per i corsi di formazione.
Così nacque TradInFo e così abbiamo iniziato a scriverne la storia, una storia che i soci conoscono bene con corsi di formazione, eventi sociali, collaborazioni con la nostra “Alma Mater”, la SSLMIT, tra cui convegni TeTra e incontri con gli studenti.
IL CONVEGNO – Dopo un’introduzione mia e ai saluti della Scuola Interpreti, il convegno ha previsto un intervento di Ira Torresi, ex vice presidente ed ex socio TradInFo, ricercatore e docente alla Scuola Interpreti. Ira ha proposto un intervento già presentato al XVII convegno FIT nel 2005 nel quale ha sostenuto, con argomentazioni e dati, i vantaggi di un’associazione professionale di piccole dimensioni. Un intervento forse nostalgico, ma che era anche un modo per ribadire la nostra idea di associazione e il nostro modo di vedere le cose.
Dopo questo primo intervento è seguito lo spazio TradInFo a confronto in cui quattro professionisti ci hanno mostrato i loro diversi approcci alla professione:
- Valeria Aliperta ci ha spiegato come lavorare come interpreti e traduttori all’estero;
- Francesco Cecchi ci ha portato nel mondo dell’interpretazione in ambito sportivo;
- Matteo Verna ha mostrato a tutti le difficili sfide dell’internalizzazione e di come il traduttore possa diventare progettista;
- Elisabetta Zoni ci ha raccontato del suo percorso nella traduzione editoriale.
Questi quattro interventi sono stati innovativi, dinamici e in pieno spirito TradInFo non solo per i contenuti ma anche per la particolare forma, con interventi brevi e domande da parte del pubblico.
Il pomeriggio si è aperto con i saluti del Prof. Soffritti, seguiti da un intervento che definire strabiliante è un eufemismo. Dorothy Kelly, dell’Università di Granada, non solo ci ha ringraziato per tutto quanto aveva sentito fino a quel momento, ma ha integrato nel suo intervento sulle competenze e la formazione del traduttore una serie di riferimenti e collegamenti agli interventi che l’avevano preceduta, creando un filo logico pieno di opportunità per riflettere e di punti da sviluppare. Cecilia Vecchiotti di PayPal Italia ci ha parlato poi di machine translation e post-editing, dimostrando che questa innovazione tecnologica può aprire nuove strade ai traduttori. Cinzia Sani ha, infine, chiuso il cerchio degli interventi con uno sguardo molto affascinante sulla traduzione degli annunci pay per click e sul complesso – ma ricco di opportunità – mondo del web marketing.
La giornata si è chiusa con la Tavola Rotonda a cui hanno partecipato i rappresentanti di 4 associazioni di categoria, Sandra Biondo di STRadE, Luisa Cotta Ramusino di AITI, Enrico Marinich di ANITI e Marco Gambetti di AssoInterpreti, oltre a Elena Zaccheroni, responsabile ufficio Tirocini e Placement per la SLLTI e il sottoscritto.
I relatori si sono interrogati sul futuro con tanti interrogativi ma anche con una buona dose di speranza, oltre a molti complimenti e ringraziamenti verso TradInFo, che ha offerto loro un’esperienza inaspettata.
QUESITI E IMPLICAZIONI FUTURE – Nel mio intervento di chiusura ho riassunto i problemi del presente, come la disomogeneità, la mancanza di unità tra i professionisti e l’isolamento che possono rendere difficile la sopravvivenza futura. A questi problemi si può rispondere costruendo e rafforzando l’identità professionale di ciascuno attraverso la formazione e l’istruzione per sviluppare le competenze necessarie, di base e accessorie, formazione che deve continuare anche dopo la laurea.
Serve, poi, confronto e condivisione, anche con la clientela. Qui entrano in gioco le associazioni e lo spirito critico e la buona volontà dei singoli da impiegare per costruire momenti di incontro e di crescita che ci permettano di capire dove andare anche in base a dove sono andati gli altri.
Ma neanche questo basta. È necessario che i traduttori si approprino o riapproprino del proprio ruolo e acquisiscano una consapevolezza e una visione nuova. Dovremmo imparare a non essere trasformatori di significato, ma creatori di significato. Ritengo infatti che i traduttori dovrebbero pensare a se stessi come artigiani della parola che vivono di ciò che creano, sanno di dovere rimanere aggiornati per essere sempre più poliedrici e completi e decidere in autonomia se adottare o meno uno strumento.
Noi dobbiamo capire che i testi (scritti e orali) su cui lavoriamo non sono macchine da riparare ma blocchi da plasmare per dare al cliente quello che vuole e che noi – e solo noi – abbiamo il pieno controllo su ciò che abbiamo davanti. Diventare creatori di significato ci dà una consapevolezza nuova e ci permette di porci in modo diverso nei confronti dei lavori e della clientela, assumendo il controllo del processo e spesso cambiando i dettagli di un progetto insieme al cliente per dargli un prodotto finale migliore e più adatto alle sue richieste. Questo ampliare la prospettiva ci sarà utile per confrontarci con loro in modo sano, con la necessaria apertura mentale per vedere che in fondo quello che conta è dare alla richiesta del cliente la risposta giusta.
LA CHIUSURA DELL’EVENTO – Chiudo questa mia panoramica sul convegno, riportando le parole di chiusura dell’intervento con la speranza che, leggendole, un po’ dello spirito del convegno vi attraversi e vi aiuti a costruire il vostro futuro.
Ci vuole coraggio, lavoro su se stessi e onestà intellettuale, testa dura unita a un pizzico di follia. Ma il futuro può essere nostro. Deve esserlo: perché noi siamo quelli che creano i ponti, noi siamo quelli che dipingono le emozioni con tavolozze diverse, noi siamo quelli che tolgono i bavagli e fanno parlare le parole altrui. Di noi c’è bisogno ora e ce ne sarà sempre di più.
Saluti a tutti e a presto.
Francesco D’Arcangeli
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