Interpretazioni consecutive memorabili

Interpretazioni consecutive memorabili

17 Dic Interpretazioni consecutive memorabili

a cura di Laura Gervasi

Questo mese abbiamo fatto una chiacchierata con Michela Bertozzi, Alessandra Cola e Brenda Morini, interpreti di conferenza e socie TradInFo, per raccogliere il loro punto di vista e raccontare un’interpretazione consecutiva che non dimenticheranno facilmente.

La maggior parte degli interpreti di conferenza sostiene, infatti, che all’interno della cabina di simultanea ci si senta più protetti poiché non si è esposti come nella modalità consecutiva, che ci vede spesso tradurre da un palco di fronte a un ampio pubblico. Tuttavia, gli stessi interpreti aggiungono che le maggiori soddisfazioni professionali provengono proprio da quest’ultima tipologia di incarichi. Ripensando alla mia esperienza personale, è proprio così! 

Fra i relatori che hai tradotto in consecutiva, ce ne è uno che ricordi in maniera particolare? In quale situazione lo hai tradotto?

Michela Bertozzi: «Tra i tanti relatori stranieri che mi è capitato di incontrare in questi anni ricordo con particolare affetto la scrittrice spagnola Clara Sánchez, autrice di bestseller quali “Il profumo delle foglie di limone” o “La voce invisibile del vento”, vincitrice del Premio Nadal per la letteratura e ormai nota al grande pubblico, anche italiano. L’ho tradotta qualche anno fa in occasione del suo tour in lungo e in largo per l’Italia per presentare il nuovo romanzo “Le cose che sai di me”».

michela bertozzi

Michela Bertozzi e Clara Sánchez

Alessandra Cola: «Di fronte a questa domanda la mia mente va subito a Michel Kichka, fumettista belga-israeliano. L’ho tradotto in occasione della mostra ospitata dal Museo Ebraico di Bologna delle tavole tratte dalla sua graphic novel “Deuxième Génération” – La Seconda Generazione -: una testimonianza della Shoah vissuta attraverso la memoria del padre, unico sopravvissuto della sua famiglia ai campi di concentramento».

Alessandra Cola e Michel Kichka

Brenda Morini: «Favio Chávez, il direttore dell’Orquesta de Reciclados de Cateura, un gruppo di musicisti minorenni paraguayani. L’orchestra è stata invitata a suonare al Festival Italiano del Fundraising ed è in quell’occasione che ho avuto il piacere di tradurlo».

Brenda Morini e Favio Chávez

Perché tra le tante esperienze di interpretariato consecutivo, è proprio questa quella che ricordi di più? Cosa ti ha lasciato? Si crea un legame particolare con il relatore quando lo si traduce in consecutiva?

MB: «Ho lavorato a stretto contatto con Clara per varie settimane. La protagonista del suo romanzo era una ragazza che aveva la mia stessa età e si trovava in un momento della propria vita molto simile a quello che stavo vivendo io, quindi è stato naturale per me immedesimarmi nel personaggio e nell’autrice che lo aveva creato. Dopo un paio di presentazioni e firma copie, mi accorgevo che intuivo cosa volesse dire Clara ancor prima che finisse le frasi: si era instaurata una specie di sintonia spontanea. Alla fine del tour usavo il mio bloc notes solo per disegnare inutili ghirigori: gli appunti che di norma si prendono per l’interpretazione consecutiva in questo caso non mi servivano più».

AC: «L’incarico era arrivato all’ultimo momento per sostituire una collega. Di conseguenza, non avevo avuto tempo di prepararmi bene, né di rendermi conto della portata dell’evento, poiché l’inaugurazione della mostra si è svolta in presenza delle maggiori autorità bolognesi ed è stata ripresa da RAI 3. Tuttavia, Kichka si è rivelato una persona empatica, attenta e disponibile, ben consapevole del fatto che questa nostra collaborazione fosse essenziale per trasmettere al meglio il suo messaggio al pubblico italiano. Per questo motivo lo ricordo con particolare piacere».

BM: «Mi è rimasta impressa questa esperienza per la storia dell’orchestra: gli strumenti musicali sono stati ricavati dai rifiuti abbandonati in una delle discariche più grandi del Paraguay: Cateura, da cui il nome dell’orchestra stessa. Favio ha avuto la brillante idea di recuperarli e trasformarli in strumenti, ha creato un gruppo di ragazzini che hanno imparato a suonarli e cominciato a viaggiare in tutto il mondo, tanto da essere stati ospiti anche del Festival di Sanremo. Un’iniziativa originale e creativa per provare a dare un futuro migliore a chi nasce in contesti svantaggiati».

Quali sono state le difficoltà principali e la maggiore soddisfazione nell’affrontare questo incarico? Ritieni che nel caso di personalità pubbliche o di un certo calibro, le abilità richieste all’interprete cambino in qualche modo o credi che nella sostanza rimangano le stesse?

MB: «Sicuramente la presenza di giornalisti e televisioni non è facile da affrontare né per l’interprete né per il relatore stesso, che a volte può esserne innervosito. Un interprete che traduce un personaggio pubblico deve essere in grado di gestire anche questo aspetto, fra interprete e relatore deve crearsi un’empatia volta a far filare tutto liscio. Concludo con un’immagine divertente che esemplifica bene il tipo di situazioni alle quali mi riferisco. Io, Clara e l’addetta stampa sedute sul sedile posteriore di un taxi in centro a Roma, di venerdì, nel bel mezzo del più classico degli scioperi. Proprio in quel momento di caos totale, arriva la chiamata di un’emittente locale per un’intervista in diretta radio. Ho tradotto Clara al telefono, tra le urla degli scioperanti e una colonna sonora di fischietti e clacson a tutto spiano!».

AC: «Le difficoltà principali sono state legate alla solennità dell’evento e la maggiore soddisfazione è stata l’ottima riuscita della consecutiva, le emozioni che vedevo negli occhi del pubblico, la consapevolezza di aver trasmesso al meglio un messaggio così forte e importante. Le abilità richieste con tali personalità, a mio avviso, non cambiano poi molto. Tuttavia, in questo tipo di situazioni forse l’empatia che si crea sul momento con il personaggio da tradurre è ancor più essenziale della preparazione pre-incarico».

BM: «La difficoltà principale è stata non riuscire a parlare e confrontarsi con il relatore prima dell’inizio della sua presentazione, che si sarebbe tenuta su un palco davanti a quasi novecento persone, ma la maggiore soddisfazione è stata proprio riuscire a trasmettere i concetti del suo discorso nonostante la mancanza del briefing. A mio parere le abilità tecniche non cambiano, quello che probabilmente è necessario tenere più sotto controllo è l’ansia da prestazione: per quanto famosi possano essere certi personaggi, dobbiamo ricordare che sono sempre esseri umani come noi».

Si ringraziano Michela, Alessandra e Brenda per aver condiviso con noi le loro esperienze e le loro immagini di queste “Interpretazioni consecutive memorabili“.

 

E adesso la parola ai nostri lettori! Se anche voi avete una consecutiva memorabile da raccontarci, fatelo qui sotto nello spazio per i commenti o sui profili social di TradInFo su Facebook e Twitter.

5 Commenti
  • Chiara Vecchi
    Pubblicato alle 10:12h, 17 Dicembre Rispondi

    Complimenti anche da parte mia a Michela, Alessandra e Brenda… e ovviamente a Laura per questo bell’articolo! Questo è l’esempio di come essere interprete preveda anche abilità più “nascoste” come la capacità di restare professionali anche nei momenti più difficili e saper trovare empatia velocemente con interlocutori che si incontrano per la prima volta.

  • Stefania Bua
    Pubblicato alle 13:04h, 17 Dicembre Rispondi

    Bellissime testimonianze! La consecutiva ci mette sempre a dura prova;) Condivido il pensiero di Brenda riguardo all’importanza del saper ridimensionare sempre le situazioni, per quanto solenni e importanti siano e a prescindere dalla popolarità della persona che ci ritroviamo ad interpretare. Infine vorrei solo aggiungere che quelli che all’inizio ci possono sembrare degli antipatici imprevisti la maggior parte delle volte si rivelano delle belle occasioni per ricavare maggiori soddisfazioni o anche solo per sciogliere la tensione con una bella risata che fa sparire tutta l’ansia accumulata;)

  • Ana Maria Pérez Fernández
    Pubblicato alle 14:20h, 17 Dicembre Rispondi

    Il mio interpretariato memorabile in una ditta di Forlì dove non mi hanno fatto parlare perché si “sono capiti fra di loro” e poi mi hanno chiesto dei fogli del preventivo. Lavoro facile 🤦‍♀️

  • Michela Bertozzi
    Pubblicato alle 09:44h, 18 Dicembre Rispondi

    Grazie Laura per questa bella idea….spesso noi interpreti lavoriamo nascosti dentro quel meraviglioso “acquario” che è la cabina, ma quando usciamo fuori, improvvisamente siamo ben visibili, davanti a tutti, e in quei momenti tocca davvero metterci anima ma anche corpo (nel vero senso della parola)!

  • Annamaria Baldan
    Pubblicato alle 17:47h, 20 Dicembre Rispondi

    Quanti spunti interessanti! La mia interpretazione consecutiva memorabile? Argomento: psichiatria, io sono seduta accanto al relatore che esordisce spiegando che prima di diventare terapeuta era stato lui stesso un paziente. Sicuramente era una battuta, ma ho avuto un momento di panico.

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