
14 Giu Interpreti e traduttori, 10 strategie anti-stress
a cura di Serena Ghiselli
Sei un traduttore o un interprete libero professionista ma ti sembra che di “libero” tu abbia solo il nome? Ci sono giorni in cui non hai tempo neanche di fare la spesa e ti ritrovi a lavorare al pc in pigiama? Bene, caro lettore, vuol dire che hai avuto esperienza dello stress, una condizione diffusa nel mondo di oggi, dove le scadenze sono sempre per ieri. Questo post vuole essere un’occasione per riflettere su cosa si può fare per sopravvivere e, perché no, trarre vantaggio dallo stress lavorativo.
Perché bisogna rassegnarsi ad essere stressati
Innanzitutto sfatiamo un mito: il libero professionista è padrone del proprio tempo. Questo è vero solo in parte: certo, un freelance a volte può scegliere se iniziare a lavorare la mattina presto e fare una pausa a metà giornata, oppure se lavorare di notte e dormire di giorno, ma non può controllare quando i clienti gli invieranno un testo da tradurre o la richiesta per un incarico di interpretazione. Con i clienti abituali si può creare una certa routine, ma capitano sempre richieste inaspettate o scadenze urgenti perché, in teoria, si pensa che il libero professionista debba essere sempre reperibile, 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. Anzi, è lo stesso professionista che potrebbe sentirsi quasi in colpa ad andare in vacanza. A questo proposito è interessante il post l’ansia da vacanze del freelance, scritto da Emanuela Cardetta. Il flusso di lavoro spesso non è costante: si passa da momenti di magra, anche se ci sono sempre attività utili per metterli a frutto, a momenti in cui il libero professionista è sommerso di traduzioni. Si può essere stressati sia per la mancanza di lavoro che per il troppo lavoro.
Se stai leggendo questo post è probabile che tu sappia già quali sono i pro e i contro della libera professione. Sei un libero professionista perché non esiste il lavoro perfetto ma il lavoro che tu vuoi fare. E tradurre è da sempre il tuo sogno e la tua passione. Bene, ti piace essere autonomo, ma quando programmi il tuo lavoro tieni sempre a mente la legge di Murphy. La conosci? “Se qualcosa può andar male, lo farà”. Se il computer deciderà di rompersi, lo farà a ridosso della scadenza di una traduzione; se ti verrà la febbre, sarà poco prima di una conferenza. Le cose non vanno mai (o quasi) come noi vogliamo, l’imprevisto è sempre in agguato e questo è fonte di stress.
Trasformare lo stress in una risorsa
Pensi che io sia pessimista, che ti stia suggerendo di lamentarti e di rinunciare a sentirti soddisfatto? Non è così. Come scrive la psicologa Melanie Greenberg, “There is no point in trying to be stress-free, rather strive to be stress-proof”, non ha senso cercare di liberarsi dallo stress, bisogna piuttosto sforzarsi di essere a prova di stress. Se non si può evitare che qualcosa vada male, bisogna prenderne atto ed essere pronti a reagire. Perché non cambiare il proprio atteggiamento e cercare di trasformare lo stress in una risorsa, come sostiene Just Translations? Reagire con quella che in psicologia si definisce challenge response, ossia la reazione alla sfida: quando si presenta un problema, preparare il corpo alla sfida da affrontare. Questa risposta trasforma l’ansia in energia e spinge a dare il massimo sotto pressione, migliora la concentrazione, la fiducia in se stessi e l’ordine mentale. Se la mente è convinta che un po’ di stress faccia bene, la risposta del corpo sarà più sana. Per approfondire, è interessante questo TED talk: How to make stress your friend, come far diventare lo stress tuo amico.
10 strategie per gestire lo stress
Molto bene, ma in pratica come si può gestire lo stress? Non esiste una soluzione passe-partout che vada bene per tutti, la vita è un po’ più complicata. Ricordo che Giacomo Prati, un esperto di formazione per adulti, ha espresso questo concetto ad un incontro di AITI Emilia Romagna su come ottimizzare la gestione del proprio tempo e penso che si possa dire lo stesso anche della gestione dello stress. Quello che vorrei fare è condividere con te 10 strategie che, a mio parere, possono tornare utili per cercare di gestire lo stress lavorativo.
- Essere flessibili
La consapevolezza che l’imprevisto sia sempre in agguato non vuol dire che non si possa programmare. Bisogna, invece, essere pronti a riprogrammare quando necessario senza andare nel panico: così come ci sono più traduzioni valide di uno stesso testo, a mente lucida si possono trovare più soluzioni funzionali a risolvere un problema. - Porsi degli obiettivi chiari e perseguirli
Il tempo è una risorsa limitata e irrecuperabile, le nostre energie sono preziose. È bene concentrarsi su ciò che più ci interessa, che sia specializzarsi in un nuovo settore o coltivare il rapporto con i clienti con cui lavoriamo meglio. - Negoziare e saper dire di no senza avere rimpianti
È giusto cercare di far valere le proprie ragioni, sempre in modo professionale e garbato. Far presente al cliente, per esempio, l’importanza di ricevere i file da tradurre in un formato modificabile con i programmi di traduzione assistita, oppure di ricevere la presentazione dell’oratore prima di una conferenza per riuscire a lavorare meglio. Se poi le condizioni lavorative sono molto svantaggiose per il professionista, meglio lasciar perdere e investire il proprio tempo nella ricerca di altri clienti più collaborativi. - Darsi delle priorità
Soprattutto quando il lavoro da fare è tanto, concentrarsi prima sulle attività più importanti e passare poi a quelle meno urgenti. Secondo una citazione attribuita a Mark Twain, “If you eat a frog first thing in the morning, nothing worse will happen to you the rest of the day”, se per prima cosa la mattina mangi una rana, non può accaderti niente di peggio nel resto della giornata. La “rana” da ingoiare è il compito più spiacevole che bisogna fare: portare a termine prima l’attività più difficile fa sì che non bisognerà più pensarci e si potrà focalizzare l’attenzione su altro. - Fare una lista dei compiti da svolgere
Mettere nero su bianco il da farsi libera spazio nella memoria. Si possono fare delle liste digitali o cartacee. Io preferisco quelle cartacee perché cancellare a penna un compito dopo averlo portato a termine è liberatorio. - Fare buon uso delle notifiche
Lo smartphone è senz’altro uno strumento molto potente, utilissimo se si è in viaggio, che permette di ricevere le e-mail e gli aggiornamenti dei social network in tempo reale. Se, però, le notifiche sono troppe diventano una distrazione e una fonte di stress. Bisognerebbe eliminare o togliere la suoneria a ciò che non è importante. Uno strumento che, invece, può essere utile sono le notifiche dei promemoria, per esempio per ricordarsi di un appuntamento. - Salvare sempre tutti i documenti importanti in più dispositivi
Qualsiasi cosa accada, se il computer si rompe oppure se si cancella qualche file per sbaglio, bisogna sempre avere una o più copie di backup per non perdere le traduzioni fatte. - Cercare di separare il lavoro dalla vita privata
Il freelance non ha una divisione netta tra lo spazio e il tempo del lavoro e quelli della sua vita privata, rischia quindi di farli diventare un tutt’uno e di non riuscire mai a staccare la spina. Anche se si lavora da casa, si può cercare di lavorare solo in una determinata stanza, oppure di avere una tenuta da lavoro, cioè degli abiti che si mettono quando si lavora e si tolgono una volta finito. - Curare il benessere psico-fisico
La salute viene prima di tutto. Ognuno ha le sue valvole di sfogo: andare a correre, cucinare, ballare, portare fuori il cane. Non bisogna rinunciare alle cose che ci fanno stare bene e a dedicare del tempo alle persone che amiamo. Preservare la salute è un investimento a lungo termine. - Fare rete e delegare a colleghi di fiducia
La vita del freelance spesso è solitaria, in simbiosi con il computer che, per quanto indispensabile, è pur sempre una macchina. Passare troppo tempo da soli davanti allo schermo è alienante. Perché non mantenere i contatti con altri colleghi, magari proprio attraverso un’associazione professionale come TradInFo? Oltre al rapporto umano, avere una rete di contatti di fiducia permette di non rifiutare un lavoro perché si può contare su altri colleghi che possono svolgerlo in parte o sostituirci. Così anche il cliente è contento, perché riceve il servizio di cui ha bisogno.
E tu, come fai a gestire lo stress? Racconta la tua esperienza in un commento a questo post o sui canali social di TradInFo e, se l’articolo ti è piaciuto, condividilo con altri colleghi sui social.
Laura Gervasi
Pubblicato alle 10:26h, 03 LuglioGrazie Serena! Io consiglio lo Yoga, un toccasana!
Già che siamo in tema, buona estate “de-stressante” a tutti se non ci si vede prima!
Laura