
28 Mar Intervista a Fabio Gamberini, curiosità sul corso “Traduzione di Fumetti”
a cura di Ana María Pérez Fernández
Fabio Gamberini è un professionista della traduzione per fumetti e sarà il docente del corso di formazione dedicato a questo interessante tema. TradInFo, infatti, ha organizzato per il 12 maggio 2018 a Bologna un approfondimento formativo per interpreti e traduttori dal titolo: “Tradurre i fumetti”.
Abbiamo fatto al docente alcune domande per capire meglio di cosa tratterà il corso e quali sono le caratteristiche essenziali per svolgere al meglio questo lavoro.
Come sei arrivato a fare questo lavoro? Com’è stato il tuo percorso di lavoro e studio e da quanti anni lavori nel settore?
«Faccio questo lavoro da ormai 12 anni. Era quello che sognavo di fare da bambino, quando leggevo i primi fumetti della Marvel. Quanto mi piacerebbe tornare indietro e dire al Fabio dodicenne che vent’anni dopo si sarebbe seduto a tavola con quegli stessi nomi che firmavano i primi albi Star Comics! È quindi innanzitutto una passione, più che un “semplice” lavoro, qualcosa che coltivavo come sogno e che ho dovuto inseguire con notevole fatica prima di ottenerlo.
Il mio percorso di studi comincia con una laurea in Lingue e Letterature Straniere all’Università di Bologna, a cui ho fatto seguire un master in Traduzione Specializzata alla Sapienza di Roma. Oggi qui insegno proprio traduzione del fumetto e grazie proprio a questo ho ottenuto i miei contatti di lavoro. Ho tradotto romanzi per Fanucci, per Miraviglia, per Multiplayer Edizioni, ma anche fumetti per FreeBooks, Magic Press, Planeta DeAgostini e, infine, per Panini».
Tradurre fumetti è così appassionante come sembra?
«Decisamente sì. Ogni giorno è una sfida diversa, data la molteplicità di autori con cui il traduttore di fumetti deve confrontarsi, ciascuno dotato del proprio stile, del proprio slang e del proprio approccio ai personaggi. È un lavoro molto più dinamico rispetto alla traduzione di un romanzo, più simile – se vogliamo – alla traduzione di un film, vista la grande quantità di dialoghi. Si ha a che fare con molteplici personaggi, alcuni dei quali esistono da più di cinquant’anni: ciascuno è dotato di un proprio stile da rispettare, di un background che non si può ignorare. E tutto ciò contribuisce a innalzare il livello di attenzione necessaria a fare un buon lavoro ma, al tempo stesso, anche il livello di coinvolgimento del traduttore».
Il 12 maggio terrai il corso per TradInFo. Secondo te, per quale motivo non si può mancare a questo corso?
«Perché, in questo periodo più che mai, tradurre fumetti è una professione concreta. Con il diffondersi dei cine-comic, si è verificato un proliferare delle uscite editoriali – non solo relative ai super eroi – e ciò ha portato un’espansione notevole del settore, in termini di volumi prodotti e di case editrici coinvolte nei giochi. Scoprire i meccanismi che regolano la traduzione e la pubblicazione di un fumetto – molto diversi da quelli della narrativa e, ancora di più, da quelli di un’agenzia di traduzioni tecniche -, scoprire alcuni trucchi del mestiere e sbirciare i retroscena che solo un addetto ai lavori può fornire è senza dubbio una finestra imperdibile per chi vuole espandere la propria professionalità verso questo settore».
In molti settori della nostra professione alcune persone si introducono nel mercato senza essere veramente formati, accade così anche nel settore della traduzione dei comic?
«Un tempo forse sì, specie in certi contesti, ora molto meno. Le case editrici erano più piccole, più “improvvisate” per certi versi. Mi riferisco soprattutto a certe realtà minori ma comunque diffuse, dove capitava che il traduttore di turno fosse più un appassionato di fumetti – che magari conosceva discretamente l’inglese – che un vero traduttore. Oggi questo non è più possibile. Oggi sono molto più numerosi i lettori che conoscono un po’ di inglese e che possono reperire senza difficoltà gli albi originali su internet. Perciò, per spingerli a comprare i fumetti in italiano, è necessario che le traduzioni siano di alto livello. E questa è una cosa che solo un professionista può garantire».
Consigli per i futuri traduttori di fumetti. Quali qualità dovrebbe avere un buon traduttore di fumetti?
«In una parola: versatilità. La capacità di passare da un autore all’altro, di gestire due o tre slang diversi nello spazio di venti pagine, di rispettare scadenze brucianti – molto più di quanto si potrebbe immaginare -, di saper cogliere innumerevoli riferimenti a una cultura pop molto ampia e – quando mancano – di saperli reperire in modo inequivocabile».
Se tu potessi identificarti con un personaggio di comic, quale sarebbe?
«Bella questa domanda! Di sicuro Calvin, del fumetto Calvin & Hobbes: un entusiasmo incontenibile, una fantasia sconfinata e un’avversione profonda verso tutto ciò che è inquadrato».
Qual è la prova più difficile per un traduttore di fumetti?
«Sicuramente rendere in modo efficace i giochi di parole nonostante lo spazio tiranno dei balloon. E tradurre i personaggi che parlano in rima, ma di questo parleremo al corso!
Grazie a Fabio per avere risposto a tutte le nostre curiosità.
Siete ancora curiosi di scoprire questo interessante e affascinante mondo della traduzione? Bene, vi aspettiamo il 12 maggio 2018 a Bologna. Correte ad iscrivervi!
Tutte le info qui: corso “Tradurre i fumetti” con Fabio Gamberini.
Laura Gervasi
Pubblicato alle 10:02h, 01 MaggioBellissima intervista! Sono sicura che è solo un assaggio di tutti gli spunti interessanti che verranno forniti durante il corso. Purtroppo io non potrò partecipare, ma incoraggio i colleghi che sono stati incuriositi da quest’intervista a farlo: conosco Fabio personalmente e so che non mancheranno contenuti, esercitazioni, informazioni utili, suggerimenti e anche un po’ di sano divertimento!
Buon corso a Fabio e a tutti i colleghi che parteciperanno!
Laura
Sara Meservey
Pubblicato alle 14:52h, 28 MaggioChi ha partecipato al corso: fateci sapere cosa ne pensate!