
17 Mar Marketing, Unique selling proposition (USP) per traduttori e interpreti
Nel nostro mestiere non basta conoscere in modo perfetto le lingue di lavoro, le tecniche di traduzione e di interpretariato. Bisogna saper comunicare il proprio valore. In poche parole, bisogna saper vendere.
La buona notizia è che siamo facilitati, ancora una volta, dalla tecnologia e dalla condivisione: avere un profilo su LinkedIn è buona norma, fare rete su Facebook e Twitter per sfruttare il passaparola con i colleghi è un’ottima strategia. Per comunicare il proprio valore e definire ciò che ci rende unici per un cliente potenziale, il nostro consiglio è di avere pronta una descrizione efficace di ciò che offriamo. E per efficace, si intende che debba essere pensata prendendo in considerazione i bisogni di quel cliente specifico. Va da sé che a clienti di diversa natura sarà opportuno dedicare una Unique Selling Proposition su misura. È lo stesso ragionamento per cui ha senso avere curricula che mettano in luce una o più caratteristiche specifiche, a seconda del destinatario.
Che cosa includere, quindi, in una tale arma segreta? Ci sono alcuni elementi fondamentali:
- A chi ti rivolgi (per comodità, riassumiamo con il pronome interrogativo Who);
- Che cosa fai esattamente (What);
- Perché hai scelto questo mestiere/specializzazione/servizio (Why);
- Cosa ti rende diverso dagli altri (How).
L’ordine in cui questi elementi compaiono non è stabilito: è possibile fare prove spostando gli elementi per raggiungere la versione che più sembra equilibrata. E per quanto riguarda la lunghezza, non si dovrebbe mai eccedere, considerando che l’attenzione del lettore supera raramente i dieci secondi.
Simon Sinek, che con il suo Start with why ha messo in atto una rivoluzione, ci consiglia di partire sempre dal perché. Non solo sembra esserci un’evidenza biologica dietro a questo – il perché fa appello alla sfera emozionale, che è situata nel cervello limbico ed è più forte della parte razionale situata nella neocorteccia – , ma ci sono esempi evidenti del perché questa tecnica funzioni, uno su tutti è Apple). Da non perdere, il famoso intervento a TED Talks di Simon Sinek, Come i grandi leader ispirano azione.
Il resto dipenderà dalla tua personalità, dal servizio che offri e, soprattutto, dalle necessità del cliente: quali problemi risolve il tuo servizio? Quale valore aggiunto crei quando collabori con il cliente?
Scrivere in modo efficace per comunicare il proprio valore non è sempre un compito facile: ci vorranno prove, ore dedicate a limare la propria versione dell’USP, qualcuno potrà anche chiedersi perché lo sta facendo, ma c’è in ballo la propria reputazione, la differenza fra annegare in un mare di efficiente, affidabile e team-oriented con la conseguenza di non farsi notare e la capacità di colpire al cuore il cliente. E poi ci sono molti modi di sfruttare un’USP: nella firma della propria e-mail, nelle directory di professionisti, nel sommario del profilo LinkedIn o di altre reti utilizzate per promuovere il proprio lavoro.
E tu, hai già pensato a dove pubblicare il tuo?
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