“Parola ai Professionisti”, quando il lavoro si fa rete

"Parola ai Professionisti", quando il lavoro si fa rete

23 Lug “Parola ai Professionisti”, quando il lavoro si fa rete

a cura di Ana Maria Perez Fernandez

Questo mese TradInFo esplora una nuova e interessante realtà di networking, Parola ai Professionisti.
Avviata e gestita da una giovane e intraprendente collega, Maria Laura Morgione, nasce all’inizio del 2019 come archivio di articoli redatti da professionisti interpreti e traduttori e, nel corso dell’anno, si evolve in una rete che fornisce, a zero commissioni, i propri servizi ad aziende, privati e agenzie.

Ma per capire meglio come funziona Parola ai Professionisti sentiamo Maria Laura, che per l’occasione è stata intervistata dalla socia TradInFo Ana Maria Perez Fernandez.

Innanzitutto come sei giunta alla sigla PaP?
«Cercavo qualcosa di nuovo, simpatico e d’impatto, qualcosa che restasse impresso. Così, mentre mi spremevo le meningi per qualcosa di arzigogolato e solenne, non so neppure io come venne fuori PaP – Parola ai Professionisti».

Coltivi questo progetto da tanto tempo?
«Ad oggi sono “soltanto” sette mesi di lavoro dietro al monitor di un computer o col telefono in mano e gli auricolari sempre pronti a darmi info, anche mentre porto fuori il cane. Parola ai Professionisti al momento è la mia vita, il motivo per cui ho deciso di dedicare questi mesi a questo progetto. Credo nella cooperazione, nello scambio di idee e professionalità, in altre parole, credo nel business. Il business va condiviso».

Sei stata ispirata da qualcuno o qualche avvenimento ti ha portato a questa ideazione?
«L’ispirazione è nata da delusioni, dispiaceri che nel tempo sono diventati motivo di stress. Così mi sono detta che fosse arrivato il momento di cambiare, di rivoluzionarmi. Volevo fare qualcosa che andasse oltre la mia carriera. Cercavo un’idea, quell’idea tangibile che nel tempo assume forma propria, quasi come se diventasse fisica, quell’idea che mi desse gli strumenti per stravolgere il mondo delle traduzioni e dell’interpretariato».

Perché hai deciso di fare da intermediaria gratuitamente per i traduttori e gli interpreti?
«Gratuitamente? Gratis è una parola che nel mondo dei freelancer non esiste o, meglio, non dovrebbe esistere. Perché lo faccio? Perché in troppi sottovalutano una professione e
questo li porta a svalutarne anche il costo. Nulla è gratuito. Quello che io faccio è creare rete, una rete tra clienti, aziende e professionisti che a loro volta creano business e, come ho già accennato prima, il business va condiviso».

Il tuo percorso universitario ha influito nella decisione di creare Parola ai Professionisti?
«No. Assolutamente. Parola ai Professionisti, come già spiegato, è un’idea nata da una serie di circostanze. Tuttavia, ciò che posso sostenere, accademicamente parlando, è che le due università da me frequentate, Trieste e Forlì, mi hanno dato basi oneste e concrete per quella che sarebbe diventata la mia carriera, per quello che è il mondo della traduzione e dell’interpretariato».

Secondo te, perché un cliente dovrebbe rivolgersi e avvalersi della lista di freelancer che proponi sulla tua pagina?
«Il mercato è diventato così freddo, così impersonale che dalle mie esperienze ho capito che il cliente cerca qualcosa di più intimo, qualcosa di più sicuro, qualcuno a cui affidare il proprio lavoro. Parola ai Professionisti è anche questo, è affidabilità: è interfacciarsi con il proprio traduttore o interprete, creare un legame che perfezioni il lavoro e allo stesso tempo lo rispetti. Ecco perché un cliente deve rivolgersi a noi: perché abbiamo a cuore ciò che facciamo, noi siamo interpreti e traduttori».

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1 Commento
  • Chiara Vecchi
    Pubblicato alle 17:33h, 24 Luglio Rispondi

    Bellissimo progetto! Credo che possa essere davvero utile a quei clienti che farebbero davvero fatica a valutare le capacità di un traduttore/interprete in mezzo a un mare di curricula. Complimenti!

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