Quando ci contestano una traduzione

Quando ci contestano una traduzione

15 Feb Quando ci contestano una traduzione

Gentile X,

La ringraziamo per il suo lavoro. Purtroppo, abbiamo riscontrato diversi problemi nel testo consegnato e vorremmo conoscere la sua opinione in merito.

Avete mai ricevuto un’e-mail di questo genere? Se sì, potreste aver provato paura, sgomento o anche rabbia. In caso contrario, speriamo che non accada mai! Tuttavia, nel lavoro di un freelance non si può mai escludere del tutto l’arrivo di una temutissima contestazione.

La contestazione può assumere varie forme: il cliente potrebbe sollevare critiche basate sul proprio sentire, oppure sulle opinioni di un conoscente con qualche nozione della lingua in oggetto; altre volte, il cliente potrebbe esprimere insoddisfazione senza motivarla nel dettaglio, chiedendo uno sconto sul prezzo finale. 

Qualunque sia la situazione, sono momenti delicati che richiedono una certa abilità di gestione, tatto ed empatia, soprattutto considerando che, di norma, è il cliente ad avere il coltello dalla parte del manico, a prescindere da chi abbia ragione. 

Ecco alcuni consigli pratici da tenere a mente nel caso dovessero capitarci esperienze di questo tipo.

Evitare le polemiche

A nessuno piace ricevere critiche. Tanto più se l’oggetto è un lavoro per il quale abbiamo versato tempo e sudore. Se abbiamo lavorato bene, è probabile che ci siamo sentiti sicuri del nostro operato e lo abbiamo consegnato pieni di soddisfazione.

Ricevere una contestazione significa spesso sentirci toccati nel nostro ventre molle; qualcuno può addirittura arrivare a percepirlo come un attacco personale. La sensazione che un profano ci dica come svolgere il nostro lavoro è, nella migliore delle ipotesi, frustrante. Si tratta di reazioni umane e assolutamente legittime, ma ciò non significa che dovremmo lasciarci andare a discussioni e polemiche con il nostro interlocutore. 

Che fare allora? Non rispondiamo di getto all’e-mail della contestazione. Anzi, prendiamoci tutto il tempo di studiare la situazione con calma ed eventualmente chiediamo delucidazioni sugli aspetti oggetto di critica. Anche se è probabile che il cliente stia prendendo un granchio o abbia peccato di eccesso di zelo, seppelliamo l’ascia di guerra e brandiamo toni concilianti, mostrandoci positivi e intraprendenti. In questo modo smorzeremo eventuali tensioni e getteremo le basi per un dialogo schietto ma disteso.

Ammettere eventuali errori

La traduzione è e resterà sempre un lavoro artigianale. Pensate a un piatto di ceramica: il bello dei prodotti fatti a mano è che ognuno presenta le sue imperfezioni, così che non esisterà mai un piatto uguale a un altro. Imperfezione e unicità vanno a braccetto.

Lo stesso vale per le traduzioni. È probabile che se cento traduttori diversi traducessero lo stesso testo, alla fine avremmo cento traduzioni diverse. È un settore in cui soggettività e sensibilità linguistiche personali giocano senz’altro un ruolo importante, e non è detto che due versioni diverse debbano necessariamente escludersi a vicenda. Senza parlare del fatto che siamo tutti umani, e quindi tutti soggetti a commettere qualche errore, piccolo o grande che sia. 

Se qualcuno ce lo fa notare, niente panico. La strada migliore è sempre quella di ammettere l’errore e proporre una o più alternative valide. E se invece è il cliente a prendere una cantonata? Se le sue motivazioni sono sincere, può valere la pena prendersi il tempo di spiegare le nostre scelte, eventualmente citando le fonti delle ricerche che abbiamo fatto. 

Restare orientati alla soluzione e non al problema

A prescindere da chi abbia ragione o torto, tutte le parti coinvolte condividono un solo obiettivo: uscire il prima possibile dall’impasse

A questo proposito, capita spesso che il cliente che ritiene di aver ricevuto un lavoro non ottimale proponga una soluzione facile e immediata: un bello sconto sulla fattura finale e non se ne parla più. Magari è un modus operandi comune in altri settori commerciali, ma nel nostro settore occorre valutare attentamente se sia davvero questo il modo in cui intendiamo risolvere la faccenda. Concedere lo sconto equivale a tutti gli effetti a riconoscere che il nostro lavoro non valeva il prezzo richiesto. 

Salvo rari casi – per esempio, errori plateali che rischiano di recare seri danni al cliente – potremmo proporre un ventaglio di soluzioni alternative con cui, al contempo, soddisfare il cliente e incassare l’onorario che ci è dovuto. Fra queste soluzioni può esserci l’offrirsi di revisionare il testo o di farlo revisionare a un altro professionista, oppure proporre delle opzioni aggiuntive per le scelte terminologiche che hanno sollevato qualche dubbio. 

È probabile che un atteggiamento proattivo venga apprezzato dal nostro interlocutore, facendo sì che l’inconveniente non finisca per inficiare il rapporto di collaborazione.

Tutelarsi è meglio

Infine, c’è un modo per essere pienamente tutelati in caso di danno economico derivante da una contestazione. Si tratta di una polizza di responsabilità civile per professionisti, come quella che TradInFo propone ai suoi soci in convenzione con UnipolSai a prezzi di grande vantaggio. Potete ricevere maggiori informazioni in merito scrivendoci su info@tradinfo.org.

La tua opinione

A questo punto siamo curiosi di sapere la vostra opinione al riguardo. Avete mai avuto esperienze di contestazione? Quali strategie vi sono state utili per risolvere l’inconveniente?

Lascia un commento sulla pagina Facebook di TradInFo e, se ritieni che questo articolo sia stato utile o possa essere oggetto di un dibattito, ricorda di condividerlo sui social network.

a cura di Luigi Borriello

4 Commenti
  • Chiara Vecchi
    Pubblicato alle 22:14h, 17 Febbraio Rispondi

    Grazie Luigi per questo post ricco di spunti di riflessione!
    Mi è capitata una situazione del genere, dove un cliente ha contestato un testo revisionato ben 10 mesi prima!. Credo che sia importante capire se si ha a che fare con persone aperte a un confronto costruttivo, indipendente da chi ha commesso un eventuale errore, o con persone che hanno già preso una decisione e sono alla ricerca di una rivalsa, economica o di altro tipo. Nel primo caso c’è più possibilità di manovra – e anche di imparare dai propri errori – da parte nostra, mentre nel secondo credo che la priorità sia rasserenare il cliente, anche a costo di fare un piccolo passo indietro (terminologica, economico o di altra natura).
    Sono molto curiosa di leggere i commenti di altre persone!

  • Gloria Remelli
    Pubblicato alle 09:49h, 18 Febbraio Rispondi

    Grazie per le riflessioni.
    Molto dipende anche dal tipo di cliente: diretto o agenzia, ma in consiglio di aspettare a rispondere per riflettere e raccogliere le idee ho sperimentato essere prezioso. In questo modo abbiamo il tempo di tornare a guardare le parti contestate e ripercorrere il processo che ci ha portato a quella scelta. Nella mia esperienza, motivare le proprie scelte permette al cliente di capire che non abbiamo operato con leggerezza e, anche se rimarrà della sua idea, almeno non deciderà di scartarci nel futuro ma avrà un buon ricordo della nostra disponibilità e accuratezza.
    Altre volte è necessario far presente che chi ci contesta è un revisore esterno che non ha letto le specifiche del progetto, ma anche in quel caso manteniamo la cortesia e rimaniamo aperti al dialogo senza accusare.

  • Valentina Tassinari
    Pubblicato alle 11:44h, 18 Febbraio Rispondi

    Un tema complesso che tocca i professionisti di tutti gli ambiti, non ultimo quello della traduzione. Anche a me è capitato di ricevere dopo diversi mesi una contestazione particolarmente aggressiva da parte del cliente finale, per fortuna smorzata dal project manager dell’agenzia. In quell’occasione fu l’agenzia stessa a decidere di chiedere la revisione di un collega terzo, che confermò l’infondatezza di tutte le annotazioni del revisore interno cliente (a detta del collega probabilmente un neo-assunto con la smania di apparire scrupoloso a scapito della credibilità dell’agenzia e del traduttore). Questo episodio mi fece riflettere molto su un altro aspetto spinoso del nostro lavoro, ovvero il fatto che diverse agenzie risparmiano sul passaggio della revisione, interna o esterna, e consegnano al cliente finale il testo direttamente il testo ricevuto dal traduttore, esponendosi così a un maggior rischio di contestazione.

  • Mercedes Ariza
    Pubblicato alle 09:22h, 21 Febbraio Rispondi

    Grazie per i tanti spunti di riflessione. Per evitare una contestazione sui contenuti e resa della traduzione, risulta fondamentale porre molta attenzione alla fase di revisione e pensare alla possibilità di sottoporre la nostra traduzione a un processo di etero-revisione. Ne parleremo al prossimo corso sulla revisione previsto il 27/02😊.

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