
19 Apr TradPro vista da TradInFo: un evento da ricordare
a cura di Francesco D’Arcangeli, Anna Zecchini e Cinzia Sani
Il 6 aprile 2019 si è svolta a Pordenone la seconda edizione di TradPro, l’ottimo convegno dedicato a traduttori e altri professionisti del settore caratterizzato dalla varietà degli interventi. L’evento ha visto protagonisti contenuti più pratici e tecnici e altri di respiro più ampio e discorsivo, comunque centrate sulle nostre professionalità. Prima di entrare nel vivo del racconto ci permettiamo di ringraziare l’organizzazione, in primis Eleonora Cadelli e Francesca Casali non solo per l’idea ma per il notevole lavoro di organizzazione e la cura per tutti i dettagli.
Mirko Silvestrini – Lo stato dell’arte dei servizi linguistici: verso un nuovo futuro
a cura di Francesco D’Arcangeli
Traduttore 1990, presidente di Unilingue, EU ambassador di EUATC e Expert di LIND – Language Industry Experts Group alla Direzione Generale della Traduzione della Commissione Europea, Mirko Silvestrini è una figura di spicco del nostro mondo e di certo uno dei più qualificati a fornire una “visione dall’alto” del presente e del futuro dei servizi linguistici.
Con un simpatico e azzeccato parallelismo tra la traduzione e un pit stop di Formula 1, ha illustrato cosa è cambiato nel modo di fare traduzione: oggi si caratterizza come lavoro di squadra con tempi di consegna ridotti e forte impiego di pc e strumenti di supporto, come i cat tools e la neural machine translation, destinati ad integrarsi sempre più.
Inoltre, ha evidenziato come anche il mercato della traduzione tenda al low cost e come sia impossibile competere e lavorare a tariffe basse poiché in condizioni di basso costo vince la machine translation.
In questo contesto, sono state illustrate le tendenze per il futuro e la necessità di aumentare la nostra “consapevolezza situazionale” per far fronte al VUCA – volatility, uncertainty, complexity, ambiguity -, spostando la nostra competenza sulle specializzazioni che offrono più possibilità per il futuro: dalla transcreation, post-editing, remote interpreting, subtitling, localizzazione, project management fino ad arrivare all’internazionalizzazione, al marketing, all’industria 4.0, alla realtà aumentata, puntando sulla qualità come aspetto distintivo del nostro lavoro.
L’intervento è stato molto interessante, soprattutto grazie al taglio diretto, brioso e decisamente fuori dallo stile asetticamente accademico con cui è stato presentato lo stato dell’arte del lavoro del traduttore oggi, evidenziando in primis come molto spesso il traduttore non abbia la possibilità di vedere i possibili effetti di una sua traduzione errata e come si trovi ad essere solo uno degli attori del processo di elaborazione del documento.
Sandra Bertolini – Creatività nella traduzione tecnica, un ossimoro?
a cura di Francesco D’Arcangeli
Sandra Bertolini non ha bisogno di presentazioni: traduttrice, interprete, ex Presidente AITI, tesoriere FIT, sempre in prima linea per tutelare, promuovere e fare crescere il nostro lavoro.
Il suo intervento riflette sia sui processi mentali che usiamo per tradurre, sia sulla creatività nella traduzione tecnica e prima si riallaccia all’intervento precedente per sottolineare chi, nell’ambito di un’associazione ma non solo, lavori “per la professione” diventando anch’esso formazione. Un’idea che in TradInFo condividiamo pienamente.
Cos’è la creatività? Unendo le idee del pubblico a quelle di diversi autori si conclude che il pensiero creativo è fondamentale perché consente di comprendere meglio anche situazioni problematiche non risolvibili con la strada già percorsa o la soluzione più ovvia.
La traduzione è sempre creativa perché è il frutto di un processo di immersione nel testo e adattamento al destinatario, usa inventiva e creatività e sfrutta l’intelligenza linguistica teorizzata da Howard Gardner, ossia la “sensibilità rispetto al significato delle parole, ordine tra parole e suono, ritmo , inflessioni e metro delle parole”.
La creatività si può esprimere con numerosi accorgimenti lessicali, sintattici e grammaticali, come la forma impersonale o personale, con termini meno logori e pesanti e così via. Si sceglie oculatamente cosa cambiare e come farlo e spesso è necessaria: diversi studi delle neuroscienze dimostrano che testi pieni di termini logori e abusati portano il lettore a distrarsi e saltare alcuni passaggi e in un testo tecnico può essere pericoloso. Un esempio? Le istruzioni di sicurezza in aereo, che Air France ha rinnovato con piccoli cambiamenti formali che rendono impossibile la distrazione.
E se un cliente non vuole cambiare, perché usa memorie di traduzione o per altri motivi? Vale sempre la pena di provare, spiegando le nostre ragioni e cercando di capire le sue. Nella peggiore delle ipotesi, ci verrà detto di no. Ma ne sarà valsa la pena.
Ritengo molto utile questo intervento perché nel ribadire come il nostro lavoro sia intrinsecamente creativo afferma il nostro diritto di infondervi la nostra individualità e unicità per renderlo migliore. Un messaggio certamente importante per noi traduttori, spesso stressati e oppressi dalla grigia monotonia di certi testi sempre uguali.
Samanta Boni – Il welfare per freelance non è una leggenda metropolitana
a cura di Anna Zecchini
Samanta Boni è traduttrice freelance e si occupa dell’ufficio stampa dell’associazione ACTA, interviene a TradPro per guidarci nel caotico mondo dell’INPS e del welfare per i freelance, come fa anche nel suo e-book “Il welfare per freelance non è una leggenda metropolitana“.
Per avere accesso a malattia ospedaliera e domiciliare, maternità, congedi parentali e assegni famigliari, i freelance devono essere iscritti alla gestione separata INPS e versare il 25,72% dell’imponibile, aliquota ridotta da ACTA nel 2017: 25% a fini pensionistici, 0,72% per malattia e maternità. Deve inoltre avere versato un quantitativo minimo di contributi, circa 1077 €. Tutte le indennità dipendono dai contributi versati.
Malattia
Fino a 180 giorni per anno solare di indennità per malattia ospedaliera e 61 giorni per malattia a domicilio: solo dal quarto giorno di malattia, 50% dell’indennità per malattia ospedaliera. Grazie al nuovo Statuto del Lavoro Autonomo del 2017, alcune patologie gravi sono equiparate alla malattia ospedaliera anche se non si è ricoverati con altri vantaggi, come la sospensione dei contributi per un massimo di 2 anni se l’impedimento lavorativo supera i 60 giorni. Le visite fiscali in caso di malattia domiciliare sono previste anche per i freelance. Attenzione: l’INPS non dà alcuna copertura in caso di malattia o invalidità a seguito di infortunio sul lavoro.
Maternità e congedi parentali
5 mesi di maternità obbligatoria all’80% del reddito imponibile calcolato sui 12 mesi precedenti e fino a 6 mesi di maternità facoltativa al 30%, frazionabili, da usare entro i primi 3 anni di vita del bambino. Il calcolo dell’indennità è piuttosto complesso così come la procedura da seguire. I papà possono chiedere maternità o congedi parentali all’80% del reddito, per massimo 6 mesi ma solo in casi molto gravi. Altre prestazioni invece non sono più previste come allattamento, premio natalità, bonus asilo nido.
Infine, i freelance hanno diritto agli assegni famigliari se il 70% del reddito complessivo della coppia – se coniugati, o del richiedente se conviventi – deriva da reddito lavorativo.
Tutte le prestazioni devono essere richieste attraverso del sito INPS seguendo la non semplicissima procedura.
Purtroppo l’INPS non è uguale in tutta Italia e ci sono molti casi che ACTA continua a denunciare di diritti negati, specie la maternità alle colleghe. È necessario lottare contro burocrazia e incompetenza, insistendo per ottenere le risposte giuste dall’INPS, usando la PEC, scrivendo a più funzionari/dirigenti della sede di competenza ma non affidarsi al call center.
L’intervento di Samanta Boni è stato particolarmente interessante per me sia come freelance, davvero convinta che il welfare fosse una leggenda metropolitana che come neo socia ACTA che segue attentamente i progressi dell’associazione nella tutela dei diritti dei freelance. Sono convinta dell’utilità di fare rete e impegnarsi per i nostri diritti e, anche se ci sono zone d’ombra, le tutele esistono e bisogna farlo sapere facendo rete, informandosi e condividendo anche grazie ai canali delle associazioni di categoria come TradInfo.
Sara Grizzo – Traduzione automatica: nemica o alleata?
a cura di Francesco D’Arcangeli
Sara Grizzo è una traduttrice freelance che si occupa di machine translation dal 2006, seguendo quell’evoluzione dello strumento che oggi possiamo riassumere in “Machine Translation is here to stay”. Ma si tratta di un’alleata o una nemica? Sara non ha dubbi: un’alleata.
Si inizia illustrando i diversi tipi di motori di MT: rule based (RBMT) che usano regole, statistical che usano corpora paralleli e NMT – lo standard dal 2016-17 – che usa reti neurali e sono in grado di apprendere. Questi ultimi comprendono molto bene il testo di partenza e le traduzioni sono paragonabili a quelle “umane”. Hanno però limiti e problemi: le traduzioni sono meno coerenti a livello di termini e di stile e vi sono altri errori di contenuto e di forma tra cui aggiunta/omissione di contenuto.
Anche con tutti questi problemi ci sono buone ragioni per usare i motori NMT:
- se l’output è valido il lavoro risulta velocizzato;
- se la traduzione soluzione non è giusta, la possiamo usare come suggerimento o fonte di ispirazione per trovare una soluzione nostra.
Ecco quindi come la MT può essere un’alleata. Possiamo:
- affidare alla MT una parte di testo e poi fare post-editing;
- usarla assieme ad altri strumenti, come le memorie di traduzione;
- usarla come un suggerimento, un’alternativa.
In conclusione l’intervento ci esorta a non spaventarsi dalla MT o dal fatto che certi clienti la vogliano usare a tutti i costi. Manteniamo piuttosto un atteggiamento positivo e costruttivo, parlandone con il cliente per trovare un punto di incontro tra le nostre esigenze e le sue.
Ritengo questo intervento molto utile perché fornisce informazioni tecniche ma soprattutto mostra come la MT possa essere utile, fornendo ai traduttori dati e idee su uno strumento che rappresenta il presente e anche il futuro. A ciascuno poi la scelta su come usarlo.
Licia Corbolante – Calchi maliziosi, falsi amici villani, prestiti camuffati: è una questione di chimica?
a cura di Cinzia Sani
Licia Corbolante è traduttrice ed esperta di comunicazione interculturale e formazione in ambito accademico e professionale, nonché membro di Ass.I.Term., Associazione Italiana per la Terminologia, e di REI, Rete per l’eccellenza dell’italiano istituzionale e una delle “penne” del blog Terminologia.
Il suo intervento è stato, dal mio punto di vista, molto simpatico e pieno di esempi pertinenti e a tratti divertenti sui termini stranieri entrati in varie “vesti” nella lingua italiana, a volte anche con accezioni diverse o errate rispetto all’originale.
Ha sottolineato come i forestierismi in italiano non si presentino solo come prestiti integrali, ma anche in altre forme più o meno evidenti al parlante italiano e derivanti da vari gradi di interferenza linguistica, spesso veicolata per via orale e/o scritta, di solito mediante un mezzo di comunicazione. Ha mostrato esempi concreti delle diverse tipologie di interferenza per imitazione – come i calchi strutturali e i calchi semantici – e per riproduzione, come i prestiti integrali, i prestiti adattati e i prestiti camuffati.
Ha fornito infine anche alcune preziose indicazioni su alcuni strumenti per la ricerca dei forestierismi e/o delle tendenze dei termini, variazione diacronica. Tra diversi dizionari come Zingarelli, Treccani, ecco Google Books Ngram Viewer e Dante, un sito web per collocations inglesi.
Rossana Ottolini – Come non si suol dire in italiano
a cura di Cinzia Sani
Rossana Ottolini interviene alla fine della giornata TradPro, è interprete di conferenza e traduttrice, nata a Pordenone, vive a Milano e lavora principalmente con lo spagnolo. Traspare la sua emozione a parlare in prima persona invece di fare le veci di un altro oratore come fa quando lavora come interprete.
Il suo intervento si sviluppa attorno all’importanza della valorizzazione e difesa della propria lingua madre e della propria cultura. Nel nostro caso quella italiana, di fronte all’uso massiccio di anglicismi e all’apparente incapacità di creare neologismi efficaci contrariamente ad altre lingue come lo spagnolo o il francese. Prima di essere interpreti e traduttori siamo parlanti di una lingua madre che veicola emozioni e plasma il nostro modo di vedere il mondo e di trovare in esso un posto, di esprimere la nostra etica, morale e coscienza. Nella lingua madre le parole sono emotivamente piene di senso più di quanto accada con una seconda o terza lingua.
Certo, imparare una o più lingue straniere è certamente sinonimo di ricchezza, diversità, apertura all’alterità e capacità di condivisione, poiché “Chi conosce un’altra lingua, possiede un’altra anima”. L’uso degli anglicismi in italiano – circa 3500 – non arricchisce la lingua, anzi la impoverisce perché queste parole restano “altre” e non entrano nella nostra “circuteria cerebrale”. Contrariamente ad altre lingue, l’italiano è spesso messo da parte nella cartellonistica e in pubblicità, così come in altri contesti. Ognuno di noi, come persona e come professionista, può contribuire nel quotidiano alla riduzione degli anglicismi e alla difesa della lingua italiana, usando diverse risorse tra cui “DilloInItaliano” e “Alternative agli Anglicismi”, ma anche con un’azione più diretta. Rossana si augura che da questo suo intervento possa nascere un appello a difesa dell’italiano, una sorta di “Lettera di Pordenone” da sottoscrivere come professionisti della lingua e della comunicazione per poi inviare alle autorità competenti, tra cui l’Accademia della Crusca. Una importante precisazione: questa difesa dell’italiano non rappresenta adesione a visioni politiche nazionaliste o discriminazione verso altre culture.
Ho trovato il suo intervento interessante dal punto di vista della riflessione e della consapevolezza nei confronti della propria lingua madre, delle lingue straniere e del modo di comunicare in un mondo in costante evoluzione tecnologica, segnato da rapidità e istantaneità. Meglio usare la prima parola inglese italianizzata che ci viene in mente o prendere il tempo di riflettere e ripescare gli equivalenti e traducenti della propria lingua? A voi la sentenza
Considerazioni finali
a cura di Francesco D’Arcangeli
Nel complesso riteniamo che il convegno sia stato un’esperienza positiva, questa edizione forse anche più della precedente. L’assenza di interventi dall’alto livello teorico non si è fatta sentire, anzi. Dal punto di vista di chi è parte di TradInFo, che crede fortemente nella formazione e nella condivisione, la scelta di concentrarsi su problemi e questioni attuali e presenti sempre con un occhio al futuro è decisamente più oculata e centrata. Usciamo da questo convegno consapevoli che, all’incertezza e alla volatilità che ci circonda e che quindi tocca anche il nostro mestiere possiamo rispondere con un ventaglio di opportunità e strumenti che, per quanto apparentemente “alieni” o “lontani” dal modo tradizionale di concepire la professione possono invece essere preziosi alleati, frecce nel nostro arco.
Laura Gervasi
Pubblicato alle 23:48h, 19 AprileWow, quanti spunti! Grazie agli autori dell’articolo per aver fatto un resoconto dettagliato e stimolante a beneficio di chi non ha potuto partecipare all’evento!
gloria
Pubblicato alle 09:34h, 23 AprileDirei che questo resoconto così dettagliato “cade a fagiolo”, specie la parte sul welfare di cui si discuteva con alcuni soci in assemblea e chissà che non riusciamo ad affrontarla anche insieme in qualche evento TradInFo, a vantaggio dei nostri soci!
Grazie a Anna, Cinzia e Francesco!
Gloria
Ana María Pérez Fernández
Pubblicato alle 15:03h, 24 AprileGrazie del prezioso riassunto! Purtroppo non sono potuta andare e sono felice di poter leggere le vostre impressioni, grazie, grazie!
Michela Candi
Pubblicato alle 11:13h, 07 MaggioGrazie ad Anna e Cinzia per il prezioso contributo! E ovviamente anche al nostro Presidente. ?
L’intervento è ricco, chiaro e molto interessante. I nostri diritti in materia di welfare, le novità nell’ambito della machine translation e i trabocchetti cui dobbiamo far fronte tutti i giorni sono temi su cui tenersi sempre aggiornati.